SECONDI
SECONDI
Tappa 0 - Inizio
28/29 luglio 2007
Milano — Madrid - Burgos
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La partenza è avvenuta il sabato, 28 luglio, con pernottamento a Milano: in casa un caldo torrido di trenta gradi.
Per alleviare il fisico, l’idea di spalancare le finestre. Benché siano anni che viva lì e conosca perfettamente ciò che accade la notte lungo la via, ho incoraggiato a lasciare tutto aperto.
Risultato: notte in bianco.
Probabilmente, non solo il caldo ha contribuito a tenerci svegli; sapevamo che a breve saremmo partiti per affrontare il Cammino, lo avevamo studiato sulla carta, sviscerato sul web, carpito ogni tipo di informazione utile ad impedire, o comunque prevenire, le insidie quotidiane; pronti fisicamente.
Ma il Cammino non è solo strada, scarpe e muscoli: il Cammino è un insieme variopinto di elementi, che mutano col passare dei chilometri, delle ore, dei giorni.
Qualcuno mi disse che è il Cammino a dettare i tempi, il ritmo, i giorni che scivolano lentamente: al pellegrino è rimesso il compito di lasciarsi trasportare, di capire ciò che lo circonda, di aprirsi alla nuova esperienza. I programmi stilati prima della partenza, i chilometri da affrontare, le tappe da rispettare, i tempi da imporre, il passo giusto…inevitabilmente, si annientano, si sbriciolano dopo qualche giorno.
E’ la rottura, definitiva, nella sua temporaneità, col passato. Il pellegrino deve spogliarsi delle sue abitudini e fare proprie quelle di tutti, quelle del Cammino, quelle della comunità che ti ospita in ogni tappa ed ogni giorno. Una catarsi che ha inizio con la scelta di affrontare il Cammino e che non finisce con l’abbraccio al Santo o con lo sguardo che si perde all’infinito delle coste di Finisterre; prosegue anche dopo, quando si ritorna a casa e qui, come un tarlo, lavora per rendere migliore la persona e far comprendere cosa sia essenziale nella vita: via gli orpelli, le falsità, le ipocrisie.
Partenza ore 4:30, arrivo a Malpensa alle 5:15; check-in e via per Madrid: zaino stivato, con la speranza di giungere in aeroporto e vederlo scivolare pigramente sul nastro trasportatore. Durante il volo, più d’una volta il mio pensiero è corso lì: e se lo zaino lo perdessero chissà dove? Fine del Cammino!!!
Di Madrid nessun ricordo. L’aeroporto è collegato con la città da una rete metropolitana perfetta, i treni sono precisi e puliti.
Qualcuno dirà cara (€ 2,00 cad.), ma se rapportata alla vecchia, rumorosa e sozza rete milanese, il costo è ampiamente giustificato.
Il viaggio per Burgos dura 3 ore, dalle 13:00 alle 16:00 con pullman GT: si dorme e si osserva il paesaggio. Distese di niente: grano, girasoli, qualche casa e poi il vuoto.
Arriviamo a Burgos in perfetto orario. E’ una bella città attraversata da un corso d’acqua quieto. Il tempo pare essersi fermato.
Giriamo alla ricerca di un Ufficio del Turismo per recuperare informazioni ed una piantina della città; trovato dopo lungo peregrinare, l’impiegata, in perfetto italiano, ci fornisce tutte le informazioni.
Raggiungiamo l’albergue (ostello), che è immerso nel parco de Parral.
Ci appongono il primo sello (timbro): siamo davvero pellegrini.
Il Tofu è, nel frattempo, sulla strada per Milano: spero che non si senta troppo sola.
Visita alla Cattedrale, che è magnifica e lo sarebbe ancora di più se vi fosse una guida.
Mangiamo e via all’ostello.
Stasera si dorme in una palestra, sul materassino.
Fa caldo ma è sopportabile.
Ore 22:54. Domani prima tappa: Hontanas.
N.B. dimenticavo, acquistato conchiglia (concha) immediatamente messa sullo zaino.