SECONDI
SECONDI
Tappa XI
9 agosto 2007
Villafranca del Bierzo – Alto del Poio (38 km)
La mattina inizia senza dolori, ma il freddo è costante: abbiamo scoperto dai meteo che le temperature vanno dai 6°C ai 35°C; e questa mattina è decisamente fredda, complice il vento che soffia contro la nostra direzione di marcia, dato che il Cammino è costeggiato da una vallata con un ruscello.
Le mani sono congelate: una, chiusa a pugno nella felpa; l’altra, nuda all’intemperie perché condannata a tenere la torcia elettrica, unica nostra fonte di luce.
Si arriva ad Abasmestas dove facciamo colazione: le nostre colazioni consistono in un café con leche, un croissant e un’altra briosh; volendo, c’è posto per un terzo croissant da dividere.
Ci aspetta l’ascesa a O Cebriero.
Inizia a Hospital Herrerias, optiamo per l’asfalto per non affaticare oltremodo le caviglie. Sono nove chilometri di acsesa, duri.
Il ritmo è alto, saliamo senza difficoltà, ma, beffa delle beffe, in nostra compagnia c’è un settantenne che tiene il ritmo. E lo tiene fino a O Cebriero.
Arriviamo in questo borgo medievale e mangiamo la Milka acquistata il giorno prima con un filone di pane comprato di fresco in mattinata; frutta ed aranciata in lattina. Una ragazza ci immortala durante la nostra abbuffata.
Merita qualche foto O Cebriero, che mantiene un fascino misterioso che si perde nella notte dei tempi.
Decidiamo di non fermarci e di allungare la nostra tappa: prossimo paese, Hospital da Condesa.
Inizia a fare molto caldo, i chilometri in salita si fanno sentire, incrociamo tre italiani con i quali ci rincontreremo ad Hospital: hanno buon ritmo e, addirittura cantano e parlano senza affanno. Ale ed io, praticamente, ci esprimiamo a monosillabi.
Arriviamo, ma l’albergue è pieno. Chiediamo ai ragazzi italiani dove andranno. Rispondono Tricastela: paese che dista sedici chilometri. Diciamo loro della distanza che separa la loro meta da Hospital e che per noi è troppo lontana e ci domandano da dove fossimo partiti.
Loro sono arrivati oggi, atterrati a Santiago e partiti per il Pellegrinaggio da O Cebriero. L’anno precedente erano partiti da Sartia e quest’anno avevano deciso di allungare il Cammino.
Ale ed io, che speravamo di condividere gli ultimi chilometri di agonia, rimaniamo un po’ spaesati.
Partiamo alla volta di Alto del Poio, che arriva per inerzia e si presenta in tutto il suo splendore alla fine del sentiero in salita.
Alto del Poio non è altro che il punto più alto dal quale si scollina. Si tratta di una strada: sul lato sinistro, un albergo ristorante; sul lato destro, un albergo ristorante. Punto.
Andiamo a quello di sinistra perché quello di destra non lo avevamo visto.
€ 6,00, un cesso: si tratta di una stanzetta sottotetto con tre letti a castello; noi siamo, alle 15:30/16:00, gli unici clienti. Stanchissimi, affranti e, per la prima volta, schifati, cilaviamo e decidiamo di farci una caña (birra piccola alla spina).
Troviamo Michael, persona conosciuta a Molinaseca. Dormira da noi, per fortuna.
La cena è accettabile e decidiamo di mangiare nel nostro albergo: Michael, che lavora in un ristorante a Bruxelles, ci dice che la concorrenza è messa male.
A cena Michael è uno spettacolo e diventa più simpatico con l’aumentare del vino.
Berremo, a fine pasto, due bottiglie di vino.
L’indomani, prima delle sei non sarà possibile uscire.