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Tappa VII

5 agosto 2007

Leon – Hospital di Orbigo (30km)

 

 

Passeggiata per la città, che nel frattempo si è popolato: cambiati i colori, molta gente per la strada, più vitalità.

Consueto gelato, un paio di foto e passeggiata alla ricerca di un posto dove mangiare, che troviamo ma serve la cena dopo le 20:00.

Sono le 19:20, ne approfittiamo per acquisti di medicinali e per berci un paio di birre.

Cena in un bel localino e, come dolce, altro gelato mangiato durante la passeggiata di ritorno all’albergue.

Per la tappa di domani l’uscita è obbligata dopo le sei e, quindi, adeguiamo la nostra sveglia nonostante i propositi di tappa.

Sms al topo poi sonno profondissimo.

Durante la notte non sono mancate le sorprese: intorno all’1:00, un gruppo di ragazzi si è messo ad urlare nella piazza antistante l’albergue, facendo esplodere alcuni colpi di petardo.

Alle 5:00 mi sveglio e vado in bagno. Partiamo alle 5:50 con tutti i dubbi: la tappa programmata è impegnativa, 35 km.

Attraversiamo Leon, usciamo dalla città ed Ale continua ad avere un po’ di fastidio al ginocchio sinistro.

In Trobajo del Camino facciamo la nostra solita abbondante colazione. Ale prende un antinfiammatorio che la sera prima mi ha dato Ricardo (incontrato per caso nello stesso nostro albergue: lui aspetta la moglie che arriverà domenica mattina).

Riprendiamo e, pare, che la bomba funzioni.

Brevi soste fino a Villadangos del Pàramo, dove acquistiamo frutta e yogurt e lì mangiamo: scendono un paio di gocce d’acqua che ci preoccupano, ma è solo un fuoco fatuo.

Via fino alla prossima sosta per berci una biorra e prendere un Enervit per finire la tappa.

Tappa che, oltre ad essere lunga, è oltremodo monotona: è dritta, su uno sterrato comodo, parallelo alla nazionale.

Questo significa rumore, ancorché sia poco trafficata.

Gli ultimi chilometri li accusiamo, siamo stanchi ed acciaccati. Arriviamo alla meta ed il paese si presenta con quattro case scalcinate. Seguiamo la nostra flecha e ad un certo punto il paese si apre in un’immagine medievale.

Un ponte meraviglioso ed un lastricato curatissimo: foto.

Optiamo per l’albergue municipale –vi sono anche quello parrocchiale e quello privato.

Seguiamo le frecce, che ci portano sempre più lontano, senza vedere dove. Ci fermiamo in un bar con un bel giardino all’aperto; chiediamo informazioni ed un avventore ci dice che è chiuso.

Siamo stanchi ed incazzatissimi.

Per riprenderci: birra ed aranciata.

Sollevati, ripartiamo alla caccia degli altri due.

Troviamo il parrocchiale: molto carino –mucho guapo.

Una corte con porticato con travi a vista; un altro spazio ampio con panche e zona verde per relax e stendere.

Conosciamo due signori di vigevano che pellegrinano in bici. Con loro ceneremo.

Domani altra tappa intorno ai trenta chilometri, speriamo tutto ok.

Sono le 18:00, alle 19:15 abbiamo l’appuntamento per la cena. Riposiamo un po’ e poi comer (mangiare).

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