SECONDI
SECONDI
28 aprile - 2 maggio 2012
Percorso
Primo giorno (Milano - Auronzo di Cadore)
Secondo giorno (Auronzo di Cadore - Salisburgo)
Terzo giorno (Salisburgo - Volders)
Quarto giorno (Volders - Milano)
Premessa
Per essere stato un giro organizzato il giorno prima della partenza, siamo stati bravi. Perché, originariamente, la destinazione era la foresta nera, ma il meteo impone il suo volere e il motociclista deve essere pronto a cambiare i propri programmi all'ultimo minuto e improvvisare. Abbiamo notato un tratto comune a tutti i viaggi estemporanei: siamo circondati da luoghi meravigliosi e, quindi, basta salire in sella per godere della loro bellezza. E poi, se la compagnia è valida, qualunque luogo diventa piacevole.
Abbiamo deciso di andare in Austria, nella regione della Carinzia e, individuata la zona da visitare, abbiamo assunto informazioni: internet, guide motociclistiche, esperienze di amici.
I giorni a disposizione sono stati quattro, le tappe sono state pianificate di giorno in giorno: briefing a fine colazione e poi in sella.
I numeri
2 moto: Honda Hornet - Bmw R850R
4 persone: Marcello e Benedetta; Gianluca e Roberta
2 superzavorre: Roberta e Benedetta
4 giorni
1500 km
60 km di pioggia
Primo giorno
Sabato mattina (28 aprile), partiamo. Prima, però, diamo un'ultima occhiata al meteo tedesco per appurare l'opportunità d'andare nella foresta nera: confermata la via alternativa austriaca, il meteo locale promette quattro giorni di bel tempo.
Roberta ed io carichiamo la mucca e raggiungiamo i nostri amici. In casa, preso atto della impossibilità d'andare in Germania, apriamo le rispettive cartine dell'Austria e pianifichiamo, in linea di massima, il viaggio dei prossimi quattro giorni.
La prima tappa prevede un lungo tratto autostradale di collegamento (Milano - Bolzano) e poi la strada delle Dolomiti, passando per il lago di Carezza, Canazei, lago Fedaia, passo Falzarego, Cortina d'Ampezzo e Auronzo di Cadore.
Partiamo intorno alle 9:30 con temperatura mite e cielo blu. Imbocchiamo la strada che porta all'innesto dell'A/4 e poi dritti per tutta la giornata: tanto traffico e gente che si sposta da una corsia all'altra come se si trovasse nel proprio cortile di casa.
Che dire, dopo 390 km di pallostrada (ossia, autostrada), la vista è stata appagata dalle magnifiche Dolomiti innevate. Magnifico il lago di Carezza, verde smeraldo incastonato in un terreno nero lava e circondato dalla foresta di abeti e dalla cornice offerta dal gruppo del Cartinaccio e del Latemar. Qui abbiamo fatto una doverosa pausa.
La strada che è seguita è stata meravigliosa perché circondata da una natura che non può lasciare indifferenti: in quel momento, avrei preferito essere trasportato per potermi godere fino in fondo la bellezza delle Dolomiti. Il lago Fedaia coperta dal ghiaccio e sormontato dalla Marmolada, il passo Falzarego con la neve tutt'intorno, il cielo blu che ci ha accompagnato per tutta la giornata.
Arrivati a Cortina d'Ampezzo decidiamo che strada fare e quale paese raggiungere per la sera: optiamo per Auronzo di Cadore.
Bella la strada che ci porta ad Auronzo e giunti in paese, dopo un giro perlustrativo, ci facciamo attrarre dall'Hotel Blue House.
Molto accogliente, camere ampie e comode e molto ospitali gli albergatori: consigliato.
Dopo esserci accomodati, ci siamo fatti una bella pizza in un locale poco distante.
Tot. km 463
Secondo giorno
Colazione e cartina alla mano. L'albergatore ci suggerisce di andare alla diga in fondo al paese e guardare da lì il paese, perché da quel punto si può osservare il lago, Auronzo e, dietro, le tre cime di Lavaredo.
Seguiamo il consiglio e, in effetti, la vista merita. Peccato solo per il cielo coperto.
La tappa di oggi prevede: Misurina, Dobbiaco, Lienz, Großglockner (se aperto), Salisburgo.
Partiamo col cielo minaccioso e arriveremo a Salisburgo col cielo sempre grigio, però, non una goccia di pioggia; in compenso, un sacco di vento.
Facciamo la prima tappa a Lienz, dove ci fermiamo in una piazzetta a fare qualche foto. Usciamo dalla cittadina e imbocchiamo la strada con la segnaletica per il Groß. Giunti ad un incrocio, leggiamo un cartello che dice che il passo per il Groß è aperto.
Ci fiondiamo sulla mitica strada. Cielo, come detto, coperto, vento a volte fastidioso e una strada che è un divertimento: curve veloci, tanto verde e poco traffico.
Continuiamo a seguire le indicazioni sino a quando arriviamo alla barriera per il pedaggio della strada che conduce al Großglockner. Ci avviciniamo alla barriera e la persona addetta alla riscossione del pedaggio ci dice che il passaggio è interdetto alle moto per vento eccessivo.
Amareggiati, valutiamo l'alternativa al Groß (assaporavo già l'adesivo da sfoggiare sulla valigia della moto): Mallnitz, Bad Gastein e, poi, Salisburgo. Ripercorriamo la strada appena fatta (una ventina di chilometri) e arriviamo al paese di Winkler Stein.
Prima di voltare verso Mallnitz, ci fermiamo nello spazio di una concessionaria di autovetture con tanto di giardino.
Parcheggiamo le moto, ci spogliamo dei caschi e ci sdraiamo, innocentemente, sul giardino. Nell'arco di trenta secondi ci addormentiamo di schianto; non so quanto abbiamo dormito, forse pochi minuti, ma di un sonno così ristoratore che ci ha rigenerati.
Ripartiamo per Mallnitz dove ci aspetta un treno per attraversare un tunnel, non percorribile con mezzi su gomma (€ 17,45 per moto e due passeggeri).
Dopo una quindicina di minuti ci fanno scendere e da lì imbocchiamo la strada 311 e 159 fino a Salisburgo.
Arriviamo a Salisburgo e iniziamo a cercare l'albergo, che troviamo dopo qualche tentativo andato a vuoto.
Ci siamo accomodati presso l'Hotel Josefa, gestito da una donna magra, alta e elegantissima.
Bello l'albergo, camera ampia, così come il bagno, e buona prima colazione.
La sera, passeggiata in centro e cena in un bel locale all'aperto di un chiostro.
Tot km. 330
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Terzo giorno
Dopo l'abbondante colazione, ci dirigiamo verso Salisburgo per una passeggiata nel centro storico. Approfittiamo della cortesia dell'albergatrice per lasciarle in deposito i bagagli e visitare la cittadina senza ingombri inutili.
Foto di rito, passeggiata rilassante e giornata splendida (in Italia, nelle stesse ore, sta diluviando).
Decidiamo di riprendere il viaggio: destinazione della tappa odierna è Garmish Partenckirchen.
Torniamo all'albergo, carichiamo i mezzi e ci facciamo indicare la strada per uscire dalla città. Fortunatamente, ci troviamo già nella direzione giusta e, quindi, in un attimo siamo sulla strada giusta.
Seguiremo le indicazioni per Grödig, Berchtesgaden, Bischofswiesen, Bad Reichenhal e a seguire, la deutsche alpenstraße.
Verde, strade lisce come biliardo, curve veloci, un sacco di moto...un divertimento puro.
Ci fermiamo a pranzo a Reit im Winki: paese delizioso, disseminato di fiori a decorare l'arredo urbano, tutto in ordine e pulito. Bello.
La pausa pranzo la facciamo in un bar in cui il gestore è un omone grande, grosso, dalla voce grave, che si rivolge a noi in tedesco e che se la rideva di tutto gusto (si stava prendendo gioco di noi? Mah!?). Dettaglio non indifferente: non ho mai visto sudare un uomo così tanto.
Riprendiamo la strada, che corre fra l'Austria e la Germania. Giungiamo nei pressi della vecchia dogana austro tedesca, dopo aver costeggiato il lago di Tegern, dove avremmo dovuto proseguire sulla 307 fino a Garmisch. Qui, scopriamo -grazie alle indicazioni forniteci da un motociclista- che la strada che avremmo voluto percorre noi era chiusa per lavori. Data l'ora e la lunga variante che avremmo dovuto percorrere per giungere all'originaria destinazione, optiamo per la più vicina Innsbruck.
Avevamo pensato di trovare una sistemazione alle porte di Innsbruck e poi passare la serata in città. Purtroppo, non riusciamo a realizzare il nostro intento e dopo un tentativo di trovare un posto da dormire nel paese di Swarovski -Wattens-, troviamo alloggio a Volders, presso l'Hotel Jagerwirt.
Giungiamo all'albergo che è tardi: Roberta ed io decidiamo di posticipare la doccia al dopocena e scendiamo in sala ristorante in tenuta da motorradfahrer (motociclista).
Bellissima serata, bellissima compagnia, il tutto accompagnato da un bel piatto di carne alla griglia, patatine fritte e doppia weissbier.
Tot. km 271
Quarto giorno
E' già ora di pensare al rientro. Non ci garba, però, di percorrere l'autostrada già da Innsbruck e, quindi, pianifichiamo una via alternativa: prendere la strada 186 -nei pressi di Landeck- e dirigerci verso Merano. L'idea svanisce dopo che l'albergatore, assunte le informazioni via telefono, ci riferisce che la strada che vogliamo fare è chiusa. Ci suggerisce un'altra strada, che passa per i paesi di Tulfes, Rinn, Sistrans, Patsch, Pfons, Brennero.
L'idea è buona e la arricchiamo con il tratto che da Vipiteno porta a Merano via Passo del Giovo.
Iniziamo a percorrere la strada suggerita dall'albergatore, sole caldo e cielo azzurro. Strada molto bella, anche se stretta e, a volte, un po' tortuosa, punteggiata da paesini piccoli e caratteristici. Immensi campi verdi con macchie di fiori gialli: una bella cornice.
Bravo l'albergatore!
Arriviamo verso il Brennero e il cielo si copre. Ci fermiamo in un distributore di benzina prima di entrare in Italia (assaporiamo per l'ultima volta l'ebrezza di pagare la benzina un prezzo inferiore all'€ 1,5/lt).
Il cielo è minaccioso, cade qualche goccia e, allora, decidiamo di indossare le tute antiacqua.
Ci dirigiamo verso Vipiteno e qui maturiamo la scelta di entrare in autostrada e saltare la variante del Passo del Giovo (Vipiteno - Merano): piove e in montagna potrebbe essere peggio.
Da Vipiteno a Milano tutta pallostrada, con poca pioggia all'inizio che ha ceduto il passo al sole. A Seriate, pioggia vera fino a Milano: sopportabilissima.