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Tappa XV

13 agosto 2007

Ribadisio de Baixo – Monte del Gozo (35 km)

 

Cena con Corrado e Susy, una ragazza tedesca conosciuta qualche tappa addietro da Corrado.

Cena come sempre in piacevole compagnia: sarà ripetitivo, ma dacché sono sul Cammino abbiamo sempre condiviso i pasti con gente amabile.

Ritorniamo all’albergue e aiuto Corrado a medicare una vescica che ha sotto il piede: metto in pratica gli insegnamenti di Luisa.

Sistemo lo zaino per la tappa di domani e vado a dormire.

A dormire per terra su un materassino di un centimetro, con un pavimenti irregolare che si fa sentire sulla schiena tutta la notte.

Mi sveglio più di una volta e quando suona la sveglia è una liberazione. In quello stanzone, dormivo fra Ale ed un altro pellegrino e la distanza non superava i trenta centimetri.

Mi alzo, prendo lo zaino e le scarpe e mi dirigo nei bagni, distanti una ventina di metri, da percorrere all’aria aperta e fredda del mattino: tratto di strada fatto in pigiama, ossia slip e maglietta. Infreddolito mi lavo ed immediatamente mi vesto; metto la vaselina ai piedi, testo scarpe e vescica che duole un po’.

Partiamo per l’ultimo tappone di 35 km che ci porterà alle porte di Santiago.

Il programma è di arrivare il giorno tredici a Monte del Gozo, lì pernottare e ripartire la mattina successiva presto per vedere l’alba fra le guglie della cattedrale ed evitare la ressa dei turisti.

Partiamo alle 5:00. Ale, io, Luisa, Anna e Corrado.

Si va lentamente -pare che non si voglia arrivare alla fine di questa avventura- al buio ed al freddo. Dovremo percorrere un po’ di chilometri prima di poter fare colazione.

Noto che la stanchezza e la consapevolezza di star percorrendo l’ultima fatica, fanno sì che le gambe non girino come nei giorni passati.

Pare che vi sia un freno alla marcia, un qualcosa che voglia farci arrivare lentamente.

Come sempre, una buona colazione. Ci raggiunge Eva, una ragazza austriaca anch’ella conosciuta a El Burgo Ranero con le due sorelle padovane.

E’ molto triste di terminare il Cammino; è partita da Sant Jean Pied de Port ed è in giro da quasi un mese. Faremo insieme qualche chilometro. Chiacchieriamo del Cammino e ad un certo punto capisco che vuole proseguire da sola. Ci separiamo, e forse è un bene, e proseguo solo: Ale e le sorelle sono avanti a me di qualche minuto.

Cammino lentamente, mi guardo intorno e penso a questa esperienza.

Raggiungo il gruppo Ale, Luisa e Anna; con Anna farò gran parte della tappa.

Persona piacevole, si parla dell’esperienza fatta sul Cammino, di lavoro, della sua passione per le rappresentazioni medievali.

Abbiamo fame, sono le 12:00 passate, e speriamo di incontrare un bar, ma nulla di tutto questo.

Mangiamo ciò che mi resta nello zaino: cioccolata Milka.

Ripartiamo ed all’altezza dell’aeroporto, dopo aver incontrato Ana, una quarantenne spagnola, ci riuniamo ad Ale e Luisa, fermi ad un bar ad aspettarci.

Prima di giungere all’aeroporto, sul Cammino si incontra una figura di pellegrino in pietra che riporta la scritta Santiago: si è ancora lontani dieci chilometri dalla meta, ma quando ho letto il nome della città che ci dava il benvenuto, un brivido mi ha scosso.

Il tempo di mangiare un panino e ripartiamo: ho nutrito la convinzione che da lì alla meta della giornata mancasse poco. L’ultimo tratto lo compio con Luisa, maestra in una scuola elementare privata.

Inizialmente, il dialogo è disinvolto e scambievole, ma dopo qualche saliscendi, la meta che non arriva più ed il mal di piedi in aumento, il mio pensiero si è focalizzato sulla fatica.

La fina arriva e davanti a noi si presenta l’albergue di Monte del Gozo.

Una maestosa struttura di prefabbricati ad un solo piano. Ci sistemiamo, ci accontentiamo del posto (d’altronde può ospitare oltre 800 persone; è immaginabile qualche disservizio), facciamo le solite cose ti fine tappa e andiamo nel bar della struttura per mangiare un bocadillo e bere una birra.

Al termine della pausa post tappa, stanchi, Ale va in un parchetto nei pressi del bar per telefonare, mentre io mi sdraio su una panchina: scopriremo solo dopo venti minuti abbondanti d’esserci addormentati stremati.

Decidiamo di rientrare per riposare in modo cristiano in un letto.

La sera, cena in un locale affollato, rumoroso e fumoso. Siamo una tavolata di una decina di persone.

Torniamo all’albergue.

Domani abbiamo Santiago, a soli 5 Km.

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